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Giovani curatori cominciano

La presenza del professor Guido Bartorelli nel progetto intitolato Nuovi Segnali 2013, realizzato dall’Ufficio Progetto Giovani – Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Padova, credo sia lampante già da una prima velocissima analisi. Ciò che a mio personalissimo parere contraddistingue il docente di Padova è un attenzione particolare in un Italia ferma e vecchia, specie in campo artistico, riservata ai giovani.

Così infatti scrive in: “I miei Eroi, note su un decennio di arte da Mtv a YouTube, 1999-2009”:

Chi imprime dinamismo alla vita culturale, chi cova in sè il germe del nuovo? Il movimento di una cultura altro non è che la conseguenza del naturale avvicendarsi, nel ruolo dei protagonisti, di soggetti sempre nuovi.

Ergo, vero moto della vita culturale e del sistema artistico sono i giovani che cambiano le regole del gioco, pungolano un sistema artistico che si adagia sul passato e cercano di trovare il proprio spazio in una società vecchia e stantia.

Sempre giovani aveva scelto per organizzare a Padova nella Galleria Cavour tra settembre e novembre 2010 la mostra “ART//TUBE, L’arte alla prova della creatività amatoriale”. Un provocatorio esperimento mirato a porre la questione di cosa sia la creatività oggi e chi ne siano i protagonisti in un mondo dove l’artista è stretto nella concorrenza non più solo dei media tradizionali ma anche di quelli nuovi, che hanno permesso la scesa in campo a migliaia di dilettanti che ora fanno tremare le vecchie definizioni.

E ancora ai giovani Guido Bartorelli, insieme a Giovanni Bianchi e Stefania Schiavon, si rivolgono per l’ottava edizione di Nuovi segnali. Un ciclo di mostre personali di giovani artisti, selezionati tra gli iscritti all’archivio padovano del GAI (Associazione Giovani Artisti Italiani) , presentati da curatori emergenti, che partecipano al laboratorio “Curare una mostra d’Arte” del Corso di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Padova.

Quello che davvero piacevolmente stupisce è la possibilità data a 15 giovani curatori, semplici studenti di storia dell’arte dell’università di Padova, di poter avere una prima esperienza con il mondo dell’arte e delle organizzazioni di eventi senza bisogno si alcuna referenza o di progetti pregressi.

Lucia Montaguti, Collana Vinile, 2013

Lucia Montaguti, Collana Vinile, 2013

Martina Grigenti, giovane studentessa di Storia e tutela dei beni culturali, mia collega universitaria, ha trovato meritato spazio tra i 15 aspiranti curatori.

Martina spiegaci il progetto a cui hai partecipato. 

Nuovi Segnali 2013 vuole dare la possibilità a 15 giovani artisti emergenti di esporre le proprie opere e contemporaneamente a 15 studenti di arte e spettacolo di svolgere l’operazione di curatela delle loro opere. TRE mostre collettive di 15 artisti presentati da 15 curatori in 3 differenti incontri nei quali ogni curatore “in erba” aveva l’onere, ma soprattutto l’onore, di riportare al pubblico presente con una breve esposizione il lavoro svolto dall’artista sotto la sua curatela.

Tu hai presentato alla collettiva il lavoro di Lucia Montaguti.

Esattamente. Lucia (classe 1981) diplomata all’istituto d’arte di Padova, ha affiancato per lungo tempo il padre artigiano, attivo nel campo della falegnameria, nella decorazione e nell’intaglio di mobili in legno. Dal 2012 si dedica al riutilizzo creativo di oggetti ormai in disuso tenendo laboratori permanenti presso l’associazione padovana “La mente comune”  e partecipando a mostre e mercati dell’artigianato. Attratta dall’arte in generale trova il connubio perfetto nel teatro di figura, in quanto vi è la presenza di pittura, scultura, illustrazione, recitazione; crea infatti scenari, marionette e burattini, passione questa che la porta nel 2012 al <<Festival di teatro e di figura per l’infanzia>> di Sarmede, oltre ad altre varie rassegne teatrali in Piemonte e in varie scuole di formazione primaria.

In mostra ha presentato un ciclo di opere dal titolo: Pillole di cinema.

Con la precisione ha presentato tre opere il cui titolo “Pillole di cinema” vuole ripercorrere alcune tappe, a suo avviso fondamentali, che hanno toccato il Cinema. Attraverso la tecnica del riuso di materiali definiti Vintage, Lucia da nuovo volto ad accessori che una vita l’hanno già vissuta. Questo personale percorso ha inizio con “La Collana Vinile” monile creato utilizzando un vecchio disco 78 giri. L’opera vuole alludere all’avvento del cinema muto, quando i film si guardavano con un sottofondo di musica suonata da un grammofono. La seconda opera è “Toni di grigio”, una spilla creata utilizzando una vecchia cravatta in seta acquistata ad un mercatino, bottoni vintage recuperati da vecchi abiti e piume di faraona, vuole ricordare l’arrivo del cinema sonoro, ancora realizzato in bianco e nero, ma attraverso forti contrasti di luce e ombre, animato da suggestive sfumature. Il percorso si conclude con una collana, battezzata “Technicolor” che celebra ovviaemente l’avvento del colore, ispirandosi in particolare ai colori anni ’80, un po’ alla David Bowie.

Cosa ha significato, per una giovane studentessa come te, curare per la prima volta la personale di una giovane artista?   

(sorride) Non è certo un occasione che accade tutti i giorni! Aver avuto questa possibilità mi ha reso ancor più consapevole di quello che vorrei un giorno fosse il mio lavoro. Magari proprio nel campo contemporaneo. E’ positivo che in questo progetto siano stati coinvolti dei giovani, gli sia stata data la possibilità di conoscere i retroscena di una mostra d’arte e di “farsi le ossa” collaborando e sfruttando le proprie potenzialità. Noi curatori abbiamo seguito e supportato il “nostro” artista nella progettazione e nella realizzazione della mostra seguendo tutte le fasi: dal primo sopralluogo alla valutazione di fattibilità del progetto, dall’allestimento all’inaugurazione concludendo con il disallestimento. L’impresa che personalmente ho trovato più ardua è statala stesura del comunicato stampa e del testo di presentazione critica; oltre agli apparati bibliografici. Durante le mostre i testi di presentazione sono stati distribuiti in fotocopie, ma il fatto che dona più fascino al tutto è che alla conclusione della rassegna sarà pubblicato un catalogo di documentazione con..wow..il mio nome, che raccoglierà tutti i testi di presentazione dei curatori e le foto delle opere degli artisti. Giovani curatori cominciano. Giovani a cui è stata data questa grande opportunità. Giovani che per qualche tempo hanno avuto gli stessi ruoli che hanno i più grandi curatori. Giovani che hanno avuto la modesta possibilità di farsi notare e di far girare il proprio nome; a Padova per il momento, ma da qualche parte si dovrà pure iniziare.

A presto

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