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Tutti in ginocchio

Corriere della Sera, 13 maggio 1953, pagina 3. Eugenio Montale, nei panni di inviato speciale a Parigi per la mostra Le Cubisme (1907-1914), scrive «Tutti in ginocchio». Di fronte a chi? Una mostra al Palazzo della Ragione di Mantova permette di scoprirlo immergendo il visitatore nell’alfabeto figurativo che ha reso immortale Georges Braque (1882 – 1963).

La mostra Braque vis-à-vis. Picasso, Matisse e Duchamp, promossa dal Comune di Mantova e prodotta in collaborazione con Electa Editore e la partecipazione del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, ha come obiettivo, non solo quello di analizzare le relazioni che Braque ha intrattenuto con altri artisti, ma anche di smentire, come più volte sottolineato dal curatore Michele Dantini, il carattere provocatorio delle scelte stilistiche dell’artista. Difatti, contrariamente da Picasso, per Braque l’artista deve compiere un passo indietro rispetto alla sacralità dell’arte e deve rispettare la tradizione e le aspettative provenienti dal pubblico. Emerge così un vero e proprio ethos di artista artigiano e le opere in mostra, appartenenti per lo più alla produzione matura e tarda, testimoniano sistematicamente l’affermarsi di una lirica figurativa fatta di pochi e semplici lemmi. Una semplicità che è sempre sostenuta da una continua e progressiva sperimentazione.

La prima e la seconda sezione della mostra (Autoritratto dell’artista da giovaneLa “regola” e “l’emozione”) si rivelano fondamentali proprio nell’ottica di una più autentica comprensione dell’artista. Se da una parte per Braque l’approdo al cubismo è segnato da una profonda riflessione su che cosa voglia dire dipingere, dall’altra il concetto di regola diventa un elemento ricorrente nella produzione dell’artista: difatti in una delle massime presenti nei Pensieri e riflessioni sulla pittura (1917) – «Scelgo la regola che corregge l’emozione» – si intuisce come l’arte sia uno spazio non nel quale esibire la propria maniera o il proprio ego, bensì in un momento serio di discernimento ed equilibrio compositivo.

La terza e quarta sezione (Dal quadro al libro d’artista«Il pittore pensa in forme e colori») evidenziano l’importanza del libro illustrato nell’evoluzione stilistica dell’artista: le fitte collaborazioni professionali che Braque avvia con il mondo degli scrittori e dei poeti diventano infatti un’occasione nel quale sviluppare un background di immagini e motivi che, non solo accompagnano, ma dialogano con la parola a stampa. Uccelli, piante e paesaggi costituiscono una sorta di alfabeto fantastico, veri e propri schemi ornamentali che, attraverso una versificazione figurata, vengono modulati in innumerevoli variazioni.

Georges Braque, L’Uccello nel fogliame, 1961, litografia a colori su carta Rives applicata su cartone, 80,5 x 105 cm, Kunstmuseum Pablo Picasso Münster © Georges Braque by SIAE 2019

Georges Braque, L’Uccello nel fogliame, 1961, litografia a colori su carta Rives applicata su cartone, 80,5 x 105 cm, Kunstmuseum Pablo Picasso Münster © Georges Braque by SIAE 2019

Successivamente nella quinta sezione (Papiers collés e ready-made), attraverso il celebre saggio Les peintres cubistes (1913) di Apolinnaire, si analizza il carattere sperimentale delle scelte stilistiche dell’artista e come alcune di esse si pongano addirittura all’origine delle opere del giovane Duchamp. In particolare, i papier collés, oltre a testimoniare le capacità inventive di Braque, si dimostrano una plausibile anticipazione del ready-made duchampiano. L’artista diventa una sorta di bricoleur che assembla brandelli del quotidiano – ritagli di giornali, cartoni e assicelle varie – in “nature morte” tridimensionali che, attraverso un sapiente gioco di contorni, si possono osservare da più punti di vista. A testimonianza di ciò, il curatore si è rivolto all’artista italiano Flavio Favelli per riproporre, a partire da una fotografia del 1914, un assemblaggio in carta che Braque realizzò e distrusse poco dopo perché non destinato al mercato collezionistico. Il risultato, oltre ad essere suggestivo, permette di restituire anche quelle prove in campo scultoreo che altrimenti sarebbero del tutto ignote.

Ed infine l’ultima sezione (L’ordine degli uccelli) può essere considerata una vera e propria tappa della civiltà libraria della Francia di metà Novecento: infatti, oltre ai lavori di Braque, sono presenti le attività illustrative di Derain, Delaunay, Léger e Matisse. Una selezione che permette di individuare le possibili assonanze e dissonanze figurative che caratterizzano Braque rispetto ai suoi contemporanei. Un confronto interessante – facilitato anche da un efficace progetto espositivo – è certamente quello tra il Braque de L’ordre des Oiseaux (1962) e il Matisse di Jazz (1947): quest’ultimo rivela un uso più marcato del colore e basato su contrasti decisi e audaci.

Saint-John Perse, L’ordine degli uccelli con illustrazioni di Georges Braque, 1962, acqueforti e acquetinte, 54 x 42 cm, Collezione privata © Georges Braque by SIAE 2019

Saint-John Perse, L’ordine degli uccelli con illustrazioni di Georges Braque, 1962, acqueforti e acquetinte, 54 x 42 cm, Collezione privata © Georges Braque by SIAE 2019

Il catalogo, edito da Electa, ha il pregio di pubblicare per la prima volta la traduzione italiana del breve saggio Fissazione e distrazione: il chiodo in Violino e brocca di Braque 1910 di Michael Baxandall e di altri testi che permettono di ricostruire i diversi e complessi approdi figurativi dell’artista e le sue riflessioni intorno alla pittura. Impossibile non citare, per gli amanti del poeta genovese, l’inserimento in catalogo dell’articolo di Eugenio Montale citato in apertura, che racconta in mondo divertito il bizzarro incontro con l’artista. D’altronde il solo titolo – “Se la fida Marietta è contraria non si entra nello studio di Braque” – è già una garanzia.

In conclusione, un percorso espositivo con molti meriti (come l’allestimento dello studio Leonardo Sonnoli che dialoga in modo intelligente con la sede storica) ma forse di difficile comprensione per un pubblico che rincorre lo scatto “strappa like” e il bello da manuale. Insomma una vera e propria sfida conoscitiva che, attraverso le parole dell’amministrazione comunale, non intende «passare in rassegna l’elenco alfabetico degli autori del passato, quanto piuttosto consentire e amplificare l’espressione e l’esplicarsi della relazione reciproca» ora di Braque e prima ancora di Chagall. Una sfida, visitabile fino al 14 luglio 2019, che si inserisce nel solco di una più ampia strategia culturale che rivela un’attenzione non solo ai numeri, ma anche ad uno studio approfondito e meno ovvio della storia dell’arte.


FOTO COPERTINA: Georges Braque, L’Uccello, 1962, arazzo in lana, 200 x 285 cm, Henri Dumontet (tessitura), Collezione dell’Ecole Nationale d’Art Décoratif, Deposito dello Stato francese presso la Città internazionale della tappezzeria, Aubusson Aubusson, Cité internationale de la tapisserie, Photo credit: E. Roger © Georges Braque by SIAE 2019.

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